“Io non rischio”: la campagna che prepara l’Italia ai rischi naturali
- Fitel Emilia Romagna
- 1 giorno fa
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L’Italia, una terra di inestimabile bellezza e un patrimonio culturale che tutto il mondo ci invidia, purtroppo è anche un paese intrinsecamente fragile.
La sua complessa geologia, la posizione nel cuore del Mediterraneo e, sempre più, gli impatti del cambiamento climatico, la rendono particolarmente vulnerabile a una vasta gamma di rischi naturali: dai terremoti che periodicamente scuotono intere regioni alle alluvioni che devastano città e campagne, dai potenziali maremoti che minacciano le nostre coste fino ai crescenti fenomeni meteorologici estremi come siccità prolungate, ondate di calore e violente tempeste. In questo scenario la prevenzione e la consapevolezza civica non sono più un optional, ma pilastri fondamentali per la sicurezza e la capacità di superare le avversità delle nostre comunità. Ed è proprio da questa impellente necessità che nasce “Io non rischio”.
“Io non rischio” è molto più di una semplice campagna informativa; è un progetto strategico a lungo termine, avviato nel 2011 con un focus pionieristico e dirompente sul rischio sismico.
L’intuizione iniziale era tanto semplice quanto rivoluzionaria: portare la cultura della protezione civile fuori dalle stanze istituzionali e nelle piazze, a diretto contatto con i cittadini, trasformando un argomento spesso percepito come tecnico e lontano in qualcosa di concreto e immediatamente utile. L’obiettivo primario era (ed è tuttora) quello di tradurre concetti scientifici complessi e procedure di emergenza in informazioni chiare, accessibili e immediatamente applicabili nella vita quotidiana di ogni persona.
Con il passare degli anni la campagna ha dimostrato una notevole capacità di adattamento e di crescita, ampliando progressivamente il proprio raggio d’azione per abbracciare la multiformità dei rischi che affliggono il territorio italiano. Dal 2015, riconoscendo l’urgenza di un fenomeno sempre più frequente e devastante, “Io non rischio” ha incluso il rischio alluvione.
Nel 2016 è stata la volta del rischio maremoto, un pericolo spesso sottovalutato ma di estrema rilevanza per le nostre regioni costiere. La lungimiranza della campagna si è confermata ulteriormente con l’integrazione, negli anni più recenti, della consapevolezza sui rischi legati ai fenomeni meteorologici estremi e al dissesto idrogeologico. Questa evoluzione riflette la crescente urgenza di affrontare gli impatti tangibili del cambiamento climatico e di promuovere una gestione del territorio più sostenibile e previdente. Testimonia inoltre una visione olistica e lungimirante della prevenzione, capace di rispondere alle sfide presenti e future che il nostro paese è chiamato ad affrontare.
Il vero motore e l’anima di “Io non rischio” sono le migliaia di volontari di protezione civile che, con un impegno incondizionato e una profonda dedizione civica, dedicano il loro tempo e le loro energie alla diffusione di questa preziosa cultura della prevenzione. Ogni anno donne e uomini – formati con cura e rigore dal Dipartimento della Protezione Civile, dall’Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze), dall’Associazione Nazionale Volontari di Protezione Civile e da un’ampia rete di altre associazioni e organizzazioni di volontariato – animano con entusiasmo i punti informativi allestiti in centinaia di piazze italiane, spesso nel mese di ottobre, durante la Giornata “Io non rischio”. Non si tratta di semplici stand espositivi, ma di veri e veri e propri laboratori a cielo aperto di consapevolezza. Qui i cittadini non solo possono accedere a materiale informativo dettagliato e specifico per il loro territorio, ma possono confrontarsi direttamente con i volontari, ricevendo risposte personalizzate e consigli pratici. È un’opportunità per porre domande, sciogliere dubbi e discutere apertamente sui rischi specifici del proprio comune, del proprio quartiere o della propria regione. L’approccio è sempre orientato alla responsabilizzazione: l’obiettivo non è generare allarmismo o paura, ma al contrario, fornire gli strumenti cognitivi e pratici per agire in modo informato, consapevole e proattivo. Questo contatto diretto e umano crea un legame di fiducia e facilita l’apprendimento di comportamenti che possono fare la differenza in situazioni di emergenza.
Pur mantenendo le piazze come fulcro visibile e tangibile della campagna, “Io non rischio” ha saputo evolversi in una strategia multicanale per raggiungere un pubblico sempre più vasto e diversificato, sfruttando appieno le potenzialità delle nuove tecnologie. Il sito web ufficiale (iononrischio.gov.it) è una risorsa preziosa, costantemente aggiornata con informazioni su rischi, buone pratiche, piani di protezione civile e materiale didattico accessibile a tutti. I canali social media (come Facebook, X, Instagram) svolgono un ruolo cruciale nella diffusione capillare di contenuti, infografiche accattivanti, video tutorial esplicativi e testimonianze dirette, raggiungendo efficacemente anche le fasce più giovani della popolazione.
Un’iniziativa di particolare valore strategico è “Io non rischio nelle scuole”. Portare la cultura della prevenzione tra i banchi di scuola significa investire a lungo termine sul futuro del paese, formando cittadini più consapevoli, responsabili e capaci di superare le avversità fin dalla più tenera età. Attraverso percorsi didattici dedicati, attività ludico-didattiche e progetti interattivi, i giovani studenti apprendono l’importanza di conoscere i rischi del proprio territorio e di adottare comportamenti sicuri, diventando essi stessi preziosi veicoli di conoscenza nelle proprie famiglie e nelle loro comunità. La campagna prevede anche l’organizzazione di incontri pubblici, webinar e workshop tematici in collaborazione con enti locali, associazioni e istituzioni accademiche. Questi eventi offrono l’opportunità di approfondire aspetti specifici della prevenzione, coinvolgendo esperti del settore, amministratori locali, rappresentanti delle forze dell’ordine e dei corpi di soccorso, creando così una sinergia operativa e informativa tra i diversi attori del sistema di protezione civile.
L’importanza di “Io non rischio” è cruciale perché permette di superare la percezione distorta che spesso si ha dei rischi, che tendono a essere sottovalutati o considerati solo in un’ottica emergenziale e successiva all’evento. “Io non rischio” ribalta completamente questa prospettiva, puntando con decisione sulla prevenzione attiva e sulla responsabilità individuale e collettiva. L’idea alla base è semplice ma potente: una cittadinanza informata, preparata e consapevole è il primo e più efficace presidio di protezione civile. I cittadini diventano così parte attiva della soluzione, non solo destinatari di aiuti. Sapere come preparare un kit di emergenza (un piccolo zaino con acqua, cibo non deperibile, farmaci essenziali, una radio a batterie, una torcia e un fischietto), conoscere i piani di protezione civile del proprio comune (individuando i punti di raccolta sicuri, le vie di fuga designate e le aree di attesa) e sapere cosa fare durante e dopo un terremoto, un’alluvione, un incendio boschivo o una tromba d’aria: queste sono informazioni pratiche e vitali che possono letteralmente salvare vite umane, ridurre significativamente i danni alle proprietà e facilitare una ripartenza più rapida e meno traumatica per le comunità colpite. “Io non rischio” non si limita a informare in modo generico, ma fornisce vere e proprie “istruzioni per l’uso” in caso di emergenza, trasformando la conoscenza in uno strumento potente e indispensabile per la mitigazione del rischio.
In sintesi “Io non rischio” è un esempio lampante di come la collaborazione virtuosa tra lo Stato, il mondo del volontariato e la cittadinanza attiva e consapevole possa creare una cultura della sicurezza radicata e diffusa. Partecipare a questa campagna, anche solo visitando un punto informativo, consultando il sito web o seguendo i canali social, significa fare un passo concreto e significativo verso una maggiore consapevolezza. Significa comprendere che la protezione civile non è solo un sistema di emergenza che interviene dopo un disastro, ma un impegno condiviso che inizia dalla responsabilità individuale e si estende alla solidarietà collettiva, alla preparazione e alla prevenzione quotidiana. Investire nella conoscenza dei rischi naturali è il primo, fondamentale, passo per costruire comunità più capaci di superare le avversità, più preparate e più sicure di fronte alle inevitabili sfide che il nostro straordinario e complesso territorio ci pone.
Laura Scandellari
Vicepresidente Fitel Emilia Romagna Aps